In seguito alla pubblicazione in G.U. del decreto legge n. 11 del 17 febbraio 2023, viene modificata la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e “superbonus 110%”, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche.
L’oggetto dell’intervento non è il bonus, bensì la cessione del relativo credito, che ha potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico.
Da venerdì 17 febbraio, data di entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di alcune specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile, per i soggetti che effettuano tali spese, optare per il cosiddetto “sconto in fattura” né per la cessione del credito d’imposta.
Resta invece inalterata la possibilità della detrazione degli importi corrispondenti direttamente in dichiarazione dei redditi, fermo restando la necessità di verificare attentamente la capienza fiscale in base alla situazione personale del soggetto interessato.
Come sopra evidenziato, il blocco non si applica ai lavori già in essere al 16 febbraio 2023; sarà quindi ancora possibile ottenere lo sconto in fattura o cedere il credito nei casi sotto elencati:
- unifamiliari per le quali sia stata presentata la Cilas;
- condomini per i quali sia stata adottata la delibera dell’assemblea e presentata la Cilas;
- interventi di demolizione e ricostruzione per i quali sia stata presentata la richiesta del titolo abilitativo;
- sismabonus acquisti o acquisto di immobili ristrutturati se registrato il contratto preliminare o stipulato l’atto di acquisto;
- altri lavori in edilizia libera per i quali siano iniziati i lavori.
Inoltre, il testo chiarisce il regime della responsabilità solidale nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali: ferme restando le ipotesi di dolo, si esclude il concorso nella violazione, e quindi la responsabilità in solido, per il fornitore che ha applicato lo sconto e per i cessionari che hanno acquisito il credito e che siano in possesso della documentazione utile dimostrare l’effettività delle opere realizzate.
Tali indicazioni dovrebbero consentire di riattivare il mercato delle cessioni dei crediti. Resta però irrisolto il nodo della possibilità di sequestro del credito: in più occasioni la Corte di Cassazione ha infatti confermato la possibilità di sequestro del credito derivante da frodi, anche se acquistato in buona fede.
Viene, da ultimo, introdotto il divieto di acquisto dei crediti da parte di Enti Locali e PA, bloccando così le operazioni avviate da alcune Province e Regioni.